Kamikaze

  • 3 cl Vodka
  • 3 cl Triple sec
  • 3 cl Succo di lime fresco

Procedimento: versare gli ingredienti nello shaker e si serve in una  coppetta a cocktail.

Il Kamikaze è fatto con parti uguali di Vodka, Triple Sec e succo di limone. Il nome Kamikaze deriva da una parola giapponese, di solito tradotta come vento divino. Kaze sta per “vento”, ka significa inspirare e ze significa espirare e kami significa “divino”: questo termine entrò in uso per indicare il nome di un leggendario tifone che si dice abbia salvato il Giappone da una flotta di invasione Mongola inviata da Kublai Khan nel 1281. In Giappone la parola “kamikaze” viene utilizzata solo per riferirsi a questo tifone. Internazionalmente questa parola viene generalmente riferita agli attacchi suicidi eseguiti dai piloti giapponesi contro le navi alleate verso la fine della campagna del pacifico nella Seconda Guerra mondiale.

Gli attacchi aerei furono l’aspetto predominante e meglio conosciuto di un uso più ampio di attacchi (o piani) suicidi da parte di personale giapponese, inclusi soldati che indossavano esplosivo ed equipaggi di navi cariche di bombe. In giapponese il termine usato per le unità che eseguivano questi attacchi è tokubetsu kōgeki tai (letteralmente “unità d’attacco speciale”), solitamente abbreviato in tokkōtai. Nella seconda guerra mondiale le squadre suicide provenienti dalla Marina Imperiale Giapponese furono chiamate shinpū tokubetsu kōgeki tai, dove shinpū è la lettura (cinese) dei kanji che formano la parola “kamikaze”.



La Vodka

Si dice vodka in russo e wodka in polacco. E sono anche due i Paesi a contendersi l’origine di questo distillato, appunto la Russia e la Polonia. In ogni caso, dal punto di vista etimologico Wodka viene da woda che in polacco significa acqua; in entrambi le dizioni si aggiunge il ka che è un diminutivo. Vodka quindi come acquetta, acquerugiola, anche se la gradazione alcolica dimostra il contrario. All’inizio del Cinquecento il nome, come narra l’Herbier di Falimirz del 1534, indicava preparazioni medicinali a base di erbe, di basso contenuto alcolico, e ciò che intendiamo per vodka oggi veniva chiamato acquavite, gorzalka (nome che oggi, in Polonia, designa l’acquavite) o in latino vinum crematum.

Solamente nel secolo successivo, sotto il regno di Sigismondo III Vasa, il nome wodka venne attribuito alle bevande alcoliche. In quell’epoca i centri di maggior produzione sono Poznam, Cracovia e Danzica. Nel 1620, nella sola Danzica (oggi considerata la città natale della wodka) operavano 65 distillerie ufficiali, senza contare quelle clandestine. In Russia nel 1649, lo Zar Alessio promulgò un codice imperiale per la produzione dell’alcol e all’inizio del XVIII secolo solo i nobili proprietari terrieri avevano l’autorizzazione per detenere un alambicco per piccole produzioni.

La vodka è un distillato che si produce con materie prime un tempo considerate povere: cereali (segale, frumento, mais), melassa di barbabietola o patate. In alcuni casi si sono utilizzate anche prugne o addirittura ortiche. Non esiste nessuna regolamentazione per quanto riguarda le materie prime, che si possono utilizzare in purezza o miscelate.

Il Kamikaze viene citato nel film Cocktails con Tom Cruise.

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