Nella scorsa settimana, nella splendida cornice dell’Istituto “Pollini” di Mortara (Pavia) c’è stato il concorso “Barman per un giorno”, organizzato dall’Istituto, in particolare dai docenti Silvia Sasso e Roberto Longobardi; tra un drink e una pausa, vi è stata la presentazione di un testo che nasconde anche un pezzo di La Spezia (e non solo). Si tratta di Guida alle bevande americane e alla loro preparazione, di William T. “Cocktail Bill” Boothby (10 novembre 1862, San Francisco – 4 agosto 1930, San Francisco). Egli è stato un bartender e scrittore californiano, il quale prima e dopo il terribile terremoto di San Francisco, si è occupato dell’American bar del Palace Hotel di San Francisco.
La storia di questo libro ha avuto un inizio travagliato. Dapprima nel 1891 Boothby pubblica American Bartender; poi seguirono alcune ristampe, riuscendo a vendere in tre edizioni ben 50.000 copie (un vero bestseller dell’epoca). La quarta edizione vedrà la luce con il nome The World’s Drinks And How To Mix Them, ma nel frattempo l’Autore continuava a collezionare ricette da tutto il mondo, tanto che l’ultima edizione del manuale fu pubblicato postumo la sua morte (nel 1934) con ben 1700 cocktails, altro record dell’epoca.
Il suo editore fu il Palace Hotel di San Francisco, dove aveva lavorato. Durante la sua carriera l’Autore sperimentò tutti i cocktail possibili e inimmaginabili, utilizzando liquori e distillati da tutto il mondo, oltre a completare il libro con le indicazioni necessarie per formare un bartender preciso e professionale.
Tra i cocktail troveremo il Sazerac, una delle prime ricette del Martini Dry, così come anche il Bronx, il Tuxedo, il White Lady. Ma la notizia più interessante è la comparsa della Vodka tra gli ingredienti: il cocktail Soviet appare tra le pagine del libro, insieme ad altri cinque con il celebre distillato dell’Est.
L’Autore fa anche una lunga trattazione sui vini, su come sceglierli e degustarli e soprattutto ci regala un elenco di vini californiani, confrontandoli con quelli di altri Paesi come la Francia e la Spagna.
Il libro non era mai stato tradotto in italiano, finché nell’ambito di progetti PCTO un gruppo di allievi, coordinati dal prof. Luigi Manzo, decise di metterci mano, con un obiettivo ben preciso: tradurlo in memoria del prof. Andrea Mazza, docente di informatica in servizio all’Ipsseoa “Casini”, fino al momento della sua prematura scomparsa. Il lavoro non è stato semplice, però avvincente: si trattava anche di tradurre termini tecnici legati al mondo della miscelazione americana. Il risultato è stato soddisfacente grazie al team Sara Bongioanni, Noemi Busiello, Raffaele Figliolia, Mattia Giomi, Sofia Prampi, Valdez Brito Lineth Noemi. Il testo poi ha visto la luce nella collana dei grandi classici della miscelazione della Sandit Libri e i diritti d’autore andranno alla famiglia del prof. Mazza.
Oggi è stato presentato per la prima volta fuori regione, agli allievi del “Pollini” di Mortara (PV), ma il tour continuerà anche in altre città.