Perché si chiama Latte di suocera?

Chi non ha mai sentito parlare del latte di suocera? Il nome fa riferimento al senso di bruciore che si avverte in gola dopo averlo bevuto, richiamando alla memoria lo stereotipo della suocera acida e sgradevole. Se andiamo a vedere l’etichetta troviamo l’emblema del Jolly Roger, che mi ha sempre fatto pensare ad un prodotto esotico, roba per pirati e corsari. In realtà il liquore è italiano, per la precisione nato a Zugliano (Vicenza), dove a metà dell’Ottocento, Bortolo Zanin distillava per passione (oltre ad essere ristoratore). Dapprima si occupò di grappa, poi nel 1895 decise di ampliare la produzione e la gamma, cominciando a produrre il latte di suocera. Agli inizi del Novecento il liquore si diffonde rapidamente anche in Veneto e in alcune province della Lombardia.


Il latte di suocera presenta una delle più alte gradazioni alcoliche, pari a 70% Vol. Distillato da bacche ed erbe alpine, è lavorato per infusione, estrazione a freddo e miscelazione con alcool per poi essere affnato per 4 mesi circa in botti di rovere.

Articolo tratto da 101 cose che non sai sui liquori, distillati e cocktail

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