Vesper

  • 6 cl Gin
  • 1,5 cl Vodka
  • 0,75 cl Lillet Blonde
  • Twist di limone (guarnizione)

Procedimento: versare gli ingredienti nello shaker e servire in una  coppetta a cocktail, aggiungendo la twist di limone.

Vesper o Vesper Martini è un cocktail aperitivo preparato con Gin, Vodka e originariamente Kina Lillet (oggi viene chiamato Lillet Blanc). Fa la sua comparsa nel 1943 nel romanzo Casino Royale di Ian Flaming, nel quale l’agente segreto James Bond ordina e dà il nome a questo drink in memoria di Vesper Lynd, bondgirl di cui l’Agente 007 era innamorato.

E qui troveremo anche la famosa frase «Shaken, not stirred», ovvero «Agitato, non mescolato» .

Il Vesper Martini si differenzia dal solito cocktail Martini per la presenza della Vodka insieme al Gin e dal Kina Lillet al posto del Vermouth dry. Così compare anche all’interno del drink, una scorzetta di limone anziché la consueta oliva verde. Il Vesper compare una sola volta in tutti i romanzi di Fleming e la ricetta originale è la seguente:

 

 Un bicchiere di Dry Martini

3 parti di Gordon’s Gin

1 parte di vodka

1/2 di Kina Lillet

Il tutto shakerato finché non è ben ghiacciato, con sottile scorza di limone alla fine.

Il Gin

Purtroppo gli Inglesi devono mettersi l’animo in pace: nonostante considerino il Gin il loro distillato nazionale, questo nacque in Olanda, probabilmente nella città di Leyda, nel XVII secolo. Autore fu il farmacista Mijnheer Silvius (secondo altre fonti lo scopritore del Gin sarebbe un certo Franciscus de La Boe, nel 1600). Come tutti i preparati nati dagli alchimisti prima e dai farmacisti poi, l’intento era terapeutico: aggiungere alle collaudate virtù dell’acquavite, quello di giovare ai reni purificandolo. Ed infatti il Ginepro ha qualità diuretiche. In questo modo Silvius scoprì con interesse anche che era riuscito a rendere più gradevole il distillato ai suoi compatrioti. Da quel momento prese il nome di geneva, dall’olandese jenever o ginepro.

Quando l’olandese Guglielmo d’Orange nel 1668 fu chiamato a occupare il trono inglese, arrivò anche il successo del Gin. Purtroppo successe anche che il popolo se ne approfittò: le fabbriche del distillato facevano fatica a stare dietro alle richieste. Daniel Defoe[1] aveva espresso l’opinione che le distillerie, impiegando cereali, favorivano lo sviluppo dell’agricoltura; il Parlamento, formato da gran parte di proprietari terrieri (dove erano coltivati i cereali), la pensava allo stesso modo. Per di più la regina Anna, salita al trono in un grave momento di tensione internazionale, colpì con dazi astronomici gli alcolici stranieri. Tutto questo portò ad un incremento di produzione di Gin: dal 1684 al 1735 la produzione annua passò dal mezo millione di galloni a quasi 5 milioni e mezzo. Il Gin fu impreziosito aggiungendovi anche altri aromi (anice, cardamomo indiano, semi di coriandolo e di comino, bucce d’arancia), divenendo a Londra il liquore più popolare e a buon mercato. Drunk for a penny, dead drunk for two pence, ubriaco con un pennsy, ubriaco fradicio per due, questo era il motto dell’epoca.

La situazione era oramai degenerata, poiché il distillato si era diffuso tra le masse popolari: oltre a un duro lavoro, case fredde, dieta di pane e cacio, l’acqua era spesso inquinata, tanto che conveniva comprarsi con due soldi un po’ di Gin. Si iniziarono ad incontrare ubriachi a ogni ora del giorno e della notte. Due celeberrime incisioni del pittore William Hogarth paragonavano il solido benessere di Beer Street, la via della birra, con le nefandezze di Gin Lane, il vicolo del Gin: si poteva vedere una madre ubriaca incurante del figliolo che sta precipitando, case crollanti, miseria, sporcizia, degradazione, uomini che rosicchiano gli ossi con i cani e così via[2].

Nel 1736 la situazione era ad un passo della catastrofe, quando un rapporto di lord Hervey sollevò le prime preoccupazioni in Parlamento. Il problema dell’alcolismo fu affrontato dapprima esaminando lo sviluppo demografico nei sobborghi di Londra, scoprendo che la mortalità era in netto aumento, tanto che i funerali erano quasi il dopo delle nascite. Nel 1751 fu varata una legge che limitava sensibilmente il numero delle mescite e aumentava nel frattempo le tasse sugli alcolici e il Gin. Da pochi penny si passò a uno scellino. Naturalmente il popolo non la prese molto bene: vi furono tumulti in piazza un po’ ovunque, con il responsabile della tassazione che rischiò il linciaggio, tanto che il Governo dopo qualche anno decise di abrogare la legge. Tuttavia al culto del Gin, successe quello del the. Il rapporto tra nascite e morti iniziò ad equilibrarsi. Il risultato finale fu che la salute degli Inglesi su dovuta allo sviluppo dell’agricoltura, che assicurava un vitto più abbondante, oltre ad altri progressi, dall’igiene alla medicina. Nell’Ottocento la sinistra fama di veleno passò all’assenzio, mentre il Gin restò il distillato preferito delle signore. Questo fu quello che accadde in Inghilterra, nella scheda del Gibson vedremo invece cosa accadde negli USA, dove danneggiò soprattutto i produttori …della vasca da bagno!

[1] Daniel Defoe oltre a essere stato un aristocratico inglese, fu anche romanziere e autore del celebre Robinson Crusoe (circa 1718).

[2] http://www.aibmproject.it/gin-lane/

Allenati con il cruciverba!

(per scaricarlo in formato pdf, un clic qui; c’è anche la soluzione: vesper2)

 


Il resto della storia in questo libro:

 

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