Era il 29 luglio 1988, quando usciva sui grandi schermi Cocktail con Tom Cruise. Il film, bisogna dirlo non andò giù ad una generazione di barman “vecchio stampo”, quelli dei grandi alberghi o degli american bar, che non videro di buon occhio le acrobazie con bottiglie e cocktail di Cruise, quello che poi sarebbe diventato “flair”.
Stranamente fno agli anni Ottanta non si parlò di flair, fno al 1985 quando alcuni barman californiani si accorsero che far volteggiare le bottiglie non solo era spettacolare, ma attirava le ragazze e faceva aumentare le mance. Poi appunto nel 1988 uscì appunto Cocktail con Tom Cruise che consacrò il flair defnitivamente. Le prime competizioni nacquero nel 1985 grazie alla catena TGI Friday’s che adottò come stile di servizio il flair bartending, organizzando anche delle gare tra i suoi dipendenti. Tra i primi divi vi è John Bandy, che addestrerà proprio Tom Cruise, Brian Brown e le protagoniste de Le ragazze del Coyote Ugly (2000) per i rispettivi flm.
Oggi tra i principali eventi internazionali vi sono il Legends of Bartending (Las Vegas), il Roadhouse di Londra e tante gare nazionali (in Italia, tra gli altri, il Volcano’s Flair Competition). Durante le competizioni si usano bottiglie con poco liquido (solitamente meno di 2 once), adatte più per la coreografa e lo spettacolo con musica. Vi sono anche dei concorsi particolari, come il Blue Blazer e Flair Independent League (IFL) in Polonia, che premiano non solo l’estro, ma anche l’arte della miscelazione insieme.
Tutta la storia nel capitolo dedicato al cocktail Americano (che puoi leggere qui nella demo del libro: cocktail-2cod-promo )