Storie dagli anni Ottanta: il tentato dirottamento del Pan Am 73

1986

Il 1986 fu un anno denso di avvenimenti importanti. Buone notizie e cattive (quelle non mancano mai). Scoppio della centrale nucleare di Chernobyl, ma nello stesso mese, precisamente il 30 aprile, l’Italia per la prima volta si connette a Internet. Quelo che in gergo tecnico si chiama “ping”, parte dal Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico (CNUCE) di Pisa e la risposta arriverà dalla stazione satellitare di Roaring Creek, Pennsylvania. L’Italia diventa così il quarto nodo ARPANET europeo dopo Regno Unito, Norvegia e Germania. Nei bar troveranno spazio i drink a base di crema e liquori, come il White Russian, il Sombrero, il Mudslide e soprattutto il Velvet Hammer.

Il massacro del Pan Am 73

Purtroppo tra gli episodi tristi, va annoverato il tentato dirottamento di un volo di linea della Pan Am, il cui aeromobile, un Boeing 747-121, venne preso da 5 uomini armati dell’organizzazione palestinese di Abu Nidal, a Karachi (Pakistan). Il velivolo, con 379 persone a bordo (di cui 360 passeggeri e 19 membri dell’equipaggio), era appena giunto dall’Aeroporto Internazionale Chhatrapati Shivaji di Mumbai ed era pronto per partire alla volta di Francoforte sul Meno. Destinazione finale, l’Aeroporto Internazionale John F. Kennedy di New York.

Durante il dirottamento, vennero uccisi 20 passeggeri, di cui 12 erano indiani, 3 pakistani, 3 statunitensi e 2 messicani. Tra i passeggeri anche una ventina di italiani, tra cui alcuni feriti.
I terroristi furono feriti dai servizi di sicurezza pachistani e identificati come Zayd Hassan Abd al-Latif Safarini, Wadoud Muhammad Hafiz al-Turki, Jamal Saeed Abdul Rahim, Muhammad Abdullah Khalil Hussain ar-Rahayyal, tutti processati e condannati a morte, sentenza poi commutata in ergastolo. Ma la scure della giustizia non si fermò. Safarini fu rilasciato nel 2001, ma catturato subito dall’FBI ed estradato per scontare la pena detentiva (160 anni) negli Stati Uniti. Gli altri quattro riuscirono a fuggire dal carcere di Adiala, in Pakistan, nel 2008. Un membro del gruppo sarebbe morto nel 2010 in un attacco missilistico nel Nord Pakistan, mentre gli altri sono latitanti.

Il sacrificio di Neerja Bhanot

Il francobollo dedicato all’eroina del Pan Am

Neerja Bhanot (Chandigarh, 7 settembre 1963 – Karachi, 5 settembre 1986) è stata una modella indiana che perse la vita nel tentativo di salvare gran parte dei passeggeri sul Boeing 747-121 del volo Pan Am 73. Ella svolgeva il lavoro di hostess di volo quando avvenne il tentato dirottamento terroristico.

Per il suo gesto eroico, fu insignita della più alta onorificenza indiana al valore, l’Ashoka Chakra, nel 1987, insieme ad altri riconoscimenti postumi, sia indiani che pakistani e statunitensi. Oltre al già citato premio indiano Ashoka Chakra nel 1987, grazie al contributo assicurativo della Pan AM, la famiglia Bhanot istituì un premio, che viene consegnato ogni anno ad assistenti di volo che si distinguono per azioni coraggiose e per donne indiane vittime di ingiustizie.
La sua vicenda ispirò il film bollywoodiano di Ram Madhvani del 2016, Neerja, conosciuto in Italia col titolo di Volo Pan Am 73.

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